Proprio per questi motivi la scelta delle font è fondamentale in ogni lavoro di Amato, e diventa parte integrante del progetto grafico di molte sue copertine. Accade ad esempio con la collana “Storie di questo mondo” di Laterza. Esiste una ricerca di equilibrio in cui il movimento degli elementi in dialogo vince sul rigore della gabbia grafica. Ma come si scelgono i caratteri? “È un fatto culturale – sostiene Amato – esattamente come la scelta delle immagini. Sono decisioni legate a un gusto costruito sulla conoscenza perché so chi li ha disegnati, a che cosa si riferiscono, so cos’è stato fatto prima, qual è la storia del carattere a stampa e così via. Non esiste solo la creatività, esiste il saper fare. Un sapere manuale legato a un approccio colto e consapevole a quello che si fa.”
I progetti di Amato ci ricordano che un libro è un’opera tanto immateriale quanto fisica. E la carta diventa uno degli elementi fondamentali perché il progetto risulti completo e organico. “Quando si progetta un libro si dovrebbe rispettare il senso di fibra della carta. Le fibre con le quali è costruita una carta industriale si incanalano tutte in una stessa direzione e il libro si apre più facilmente se la pagina è parallela al senso di fibra. Per esempio, se tengo conto di questo principio, il libro difficilmente si staccherà dal dorso. Questo ci riporta al punto d’origine: rilegando libri manualmente mi accorgevo che se non ne tenevo conto il lavoro veniva molto peggio.”
Esiste la carta ideale, la carta perfetta? “No, non esiste” dice Amato, “anzi, menomale che ce ne sono tante! Diciamo che preferisco le carte che si sfogliano bene, mi piacciono quelle un po’ sottili, forse con una leggerissima marcatura e un punto di bianco un po’ caldo.”
Il mondo della musica e del teatro sono una costante nei lavori di Silvana Amato. Negli ultimi 20 anni ha realizzato lavori come le copertine per i cd dei Concerti del Quirinale di Rai Radio3, ma ha anche curato la direzione artistica della comunicazione del Teatro Argentina e del Teatro India di Roma e dei festival Nuova Consonanza, oltre ad aver concepito l’identità visiva del “Museo degli Strumenti Musicali” dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.