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Caratteri e contorni per uno dei sei livelli di stampa del collage tipografico di Pam Galvani, che ha per tema i nomi di italiani celebri: ‘La Lollo’ e Casanova.

6 min minutes
Pulp 06Ispirazione

Mr Kitching in Italia

La scorsa estate per quattro giorni la fondazione Tipoteca ha ospitato un entusiasmante laboratorio di tipoimpressione con Alan Kitching. Di Paul Shaw. Fotografie di Andrea Basile
Graphic designPrinting

Caratteri e contorni per uno dei sei livelli di stampa del collage tipografico di Pam Galvani, che ha per tema i nomi di italiani celebri: ‘La Lollo’ e Casanova.

Alan Kitching commenta una prova di stampa controlla di Laura Dal Maso. Il suo grembiule si fregia del monogramma della Tipoteca Italiana Fondazione.

Il designer Paul Shaw e Alta Price conducono “Legacy of Letters”, un corso estivo annuale nel quale un gruppo di appassionati si dedica allo studio di scritture di vario tipo (iscrizioni, manoscritti, libri, ecc.) durante un viaggio in Italia settentrionale. Quest’anno il pezzo forte del tour di quasi due settimane è stato un laboratorio di tipoimpressione alla Tipoteca Italiana Fondazione. Il racconto di Paul Shaw.

Il laboratorio del 2015 è stato tenuto dal designer inglese Alan Kitching di The Typography Workshop, da più di 25 anni un innovatore del letterpress. Nei mesi precedenti Kitching ha organizzato il laboratorio mantenendo il segreto sulle istruzioni ai partecipanti, rivelandole solo il giorno del nostro arrivo a Cornuda, dopo pranzo.

Quel che aveva in mente era sadicamente complicato. Ciascun partecipante doveva creare un collage tipografico – l’equivalente di strati di manifesti logorati dalle intemperie affissi a un muro – usando sei contorni, sei caratteri, sei colori. In più, all’interno del gruppo, un carattere poteva esser usato solo una volta. L’idea di Kitching era che questa cartella di stampe sarebbe servita anche da campionario per la Tipoteca. Il ‘testo’ era una lista di nomi di italiani famosi. Ognuno degli undici partecipanti (provenienti da luoghi lontani come Stati Uniti, Australia e Russia, ma anche dall’Italia) aveva ricevuto una parte della lista dalla quale scegliere sei nomi.

Kitching ha fissato il programma: primo giorno, composizione e progetto; secondo e terzo giorno, stampa; quarto giorno, raccolta e assemblaggio. Sapendo che si trattava di un programma impegnativo, ha annunciato che la pausa-pranzo sarebbe durata solo venticinque minuti. Ma questo era insostenibile, non solo perché stavamo stampando in Italia, ma anche perché la Tipoteca ha da poco aperto un proprio ristorante, Le Corderie, proprio al di là della strada. Il buon mangiare era un aspetto essenziale del laboratorio e Kitching ha dovuto ricredersi. Alla fine tutti sono riusciti a completare il loro portfolio di stampe in tempo, sia pur dedicando un’ora al giorno per gustarsi un pranzo squisito.

Se il progetto ha avuto successo, non è stato solo grazie all’abilità di Kitching nel dirigere, consigliare e supervisionare tutti, ma anche grazie alla presenza di cinque stampatori e altri quattro partecipanti pratici di stampa, senza contare l’impagabile aiuto offerto dai tecnici della Tipoteca Lucio Botteselle e Daniele Facchin. Per la prima volta alla Tipoteca cinque presse – tre tiraprove e due torchi a mano Dell’Orto – venivano azionate simultaneamente. Ray Tomasso e John Risseeuw hanno attivato e fatto funzionare i torchi. Mentre gli undici partecipanti stampavano i loro collage tipografici, si provvedeva all’organizzazione e preparazione dei portfolio.

Kitching ha progettato il frontespizio, che è stato stampato da Laura Dal Maso e Botteselle. Un altro gruppo (Celene Aubry, Tahlia McBride, e Andrea Herstowski, un designer della University of Kansas che era in visita alla Tipoteca) ha impostato il colophon che è stato messo alla prova ‘in metallo’ da Sandro Berra della Tipoteca e su carta dalla mia collega Alta Price. Io ho composto il titolo di copertina che Aubry e Alice Buda hanno stampato. Pam Galvani si è occupata della piegatura delle copertine dei portfolio. L’assemblaggio è stato curato da Price, Naomi Games (figlia del creatore di manifesti inglese Abram Games), Linda Risseeuw and Diane Tomasso.

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