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Sulki Choi e Sung Min Choi ritratti nel loro precedente studio.

6 min minutes
Pulp 28Storie

Solo noi due

Dopo due decenni, lo studio Sulki and Min di Seul continua a superare i confini della creatività. Di Amy Henry
EditoriaGraphic designIllustrazionePrinting

Sulki Choi e Sung Min Choi ritratti nel loro precedente studio.

Prima e quarta di copertina del catalogo della mostra Karel Martens: Still Moving, 2019. La pubblicazione in litografia offset è stata realizzata con quattro copertine diverse, che riflettono diversi aspetti del lavoro di Martens. Il formato 170 × 240 mm si ispira alla rivista di architettura olandese Oase, che Martens cura dal 1990 e che rappresenta un elemento chiave della mostra. La scelta di questo formato risiede nella volontà di sfruttare interamente un foglio 500 × 700 mm, senza sprechi.
Prima e quarta di copertina del catalogo della mostra Karel Martens: Still Moving, 2019. La pubblicazione in litografia offset è stata realizzata con quattro copertine diverse, che riflettono diversi aspetti del lavoro di Martens. Il formato 170 × 240 mm si ispira alla rivista di architettura olandese Oase, che Martens cura dal 1990 e che rappresenta un elemento chiave della mostra. La scelta di questo formato risiede nella volontà di sfruttare interamente un foglio 500 × 700 mm, senza sprechi.
Prima e quarta di copertina del catalogo della mostra Karel Martens: Still Moving, 2019. La pubblicazione in litografia offset è stata realizzata con quattro copertine diverse, che riflettono diversi aspetti del lavoro di Martens. Il formato 170 × 240 mm si ispira alla rivista di architettura olandese Oase, che Martens cura dal 1990 e che rappresenta un elemento chiave della mostra. La scelta di questo formato risiede nella volontà di sfruttare interamente un foglio 500 × 700 mm, senza sprechi.
Prima e quarta di copertina del catalogo della mostra Karel Martens: Still Moving, 2019. La pubblicazione in litografia offset è stata realizzata con quattro copertine diverse, che riflettono diversi aspetti del lavoro di Martens. Il formato 170 × 240 mm si ispira alla rivista di architettura olandese Oase, che Martens cura dal 1990 e che rappresenta un elemento chiave della mostra. La scelta di questo formato risiede nella volontà di sfruttare interamente un foglio 500 × 700 mm, senza sprechi.

Da due decenni, lo studio Sulki and Min di Seul realizza un’ampia gamma di lavori, tra cui pubblicazioni, identità visive, poster e tanto altro, ricevendo un grande riconoscimento a livello internazionale. I fondatori Sung Min Choi e Sulki Choi sono anche docenti, il primo presso l’Università di Seul, la seconda presso la Scuola di Arte e Design di Kaywon. Dopo aver frequentato università diverse in Corea del Sud negli anni Novanta, i due designer si sono incontrati durante gli studi di specializzazione a Yale, negli Stati Uniti. Si sono poi trasferiti nei Paesi Bassi per condurre ricerche multidisciplinari presso la Jan van Eyck Academie di Maastricht. Tornati a Seul nel 2005, hanno fondato uno studio che descrivono così: “Solo noi due e un gatto inesistente”.

All’epoca, in Corea del Sud non esistevano modelli di riferimento per il tipo di studio che volevano creare, per cui l’influenza di Mevis e Van Deursen è stata fondamentale. Armand Mevis e Linda van Deursen, fondatori dello studio di Amsterdam, insegnavano a Yale e nei Paesi Bassi. “Un’intera generazione di designer formatisi in quelle scuole è stata influenzata dal loro modo di lavorare: un’attività su piccola scala con idee audaci e un approccio disinvolto. Sembrava che si divertissero a fare graphic design, anche quando facevano i critici”, spiegano Sulki e Min.

Ulteriore ispirazione è arrivata dal designer Paul Elliman, docente a Yale, e dal leggendario designer olandese Karel Martens (vedi Pulp 14). Nel 2019, Sulki e Min hanno realizzato il catalogo per la mostra del loro mentore, Karel Martens: Still Moving.

Dopo aver fondato la propria casa editrice Specter Press (2006-21), Sulki e Min collaborano oggi con Workroom Press, studio di design e casa editrice che un tempo si trovava accanto al loro studio nel quartiere Seochon di Seul. Dal 2013, Workroom e Sulki e Min gestiscono l’etichetta editoriale Workroom Specter. Insieme hanno pubblicato quasi 50 titoli, dedicati a temi che spaziano dal graphic design, alla tipografia, alle arti performative e alla letteratura generata con l’intelligenza artificiale.

Un recente e significativo cambiamento per Sulki e Min è stata la creazione della loro prima famiglia di font coreani, Protoform. Per realizzarla, hanno dovuto imparare tutto: dalla costruzione dei caratteri in Glyphs alla generazione e gestione dei file di font. “Non è perfetta, ovviamente, ma va bene che non lo sia. Preferiamo restare dilettanti felici piuttosto che professionisti tristi”, dicono.

L’hangeul, alfabeto coreano e sistema di scrittura ufficiale, è composto da ventiquattro lettere fonetiche, che vengono combinate in blocchi sillabici quadrati anziché essere disposte linearmente come nell’alfabeto latino. “In termini meccanici, questo significa che sono necessari migliaia di caratteri sillabici per rappresentare correttamente il sistema di scrittura, il che ha comportato una battuta d’arresto storica della meccanizzazione e della digitalizzazione efficiente agli albori della tecnologia”, spiegano Sulki e Min.

Nell’ambito del loro processo di design, Sulki e Min hanno quindi esplorato le origini dell’hangeul in blocchi sillabici non quadrati, ispirandosi alla proposta del 1976 del pioniere della grafica coreana moderna Young-Jae Cho di adattare i caratteri hangeul alla macchina da scrivere. Sulki e Min hanno iniziato a studiare il lavoro di Cho, rilevando che “raramente è stato analizzato con la profondità che merita”, per cui hanno deciso di cambiare le cose.

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