Grazie a un approccio poetico alla narrazione, Printmaking Tales, libro a cura di Umberto Giovannini, combina in maniera straordinaria i mondi della storia dell’arte e dell’artigianato. Edito da Opificio della Rosa e coordinato da Gianna Bentivenga, Maria Pina Bentivenga e Giovannini stesso, il libro è realizzato con carte Fabriano e Fedrigoni. L’eclettico progetto nasce da una collaborazione tra Opificio della Rosa e il centro di printmaking e la biblioteca della scuola d’arte Central Saint Martins (CSM) della University of the Arts di Londra, presso cui l’autore, artista e stampatore, è professore. Nell’introduzione alla pubblicazione, Giovannini spiega di voler tracciare per i propri lettori una “mappa di viaggio dedicata al printmaking” con l’obiettivo di stimolare la loro curiosità verso il mondo delle arti grafiche.
Ognuno degli undici capitoli del libro è dedicato a un diverso metodo di stampa, e ne spiega in dettaglio le tecniche, il contesto culturale ed economico e gli scenari immaginari. Giovannini inizia ogni capitolo con un aneddoto narrato in maniera particolarmente vivida e trasporta, in questo modo, i lettori in un altro tempo e in un altro luogo. La sezione dedicata alla tecnica della puntasecca, ad esempio, descrive una scena che si svolge nel 1653 nella bottega di Rembrandt, mentre il capitolo sull’incisione xilografica ci fa imbarcare, insieme agli artisti François-Louis Schmied e Jean Dunand, su una nave che, nel 1929, affronta una tempesta nelle acque del Mediterraneo. Il capitolo conclusivo sulla serigrafia, invece, ritrae suor Corita Kent mentre ascolta la musica dei Jefferson Airplane e prepara una serigrafia usando le parole del suo amico compositore John Cage.
La pubblicazione include le incisioni di diversi artisti — tra cui Tōshūsai Sharaku, Escher, Toulouse-Lautrec, Paul Peter Piech, e molti altri ancora —, ed ogni capitolo si conclude con una stampa realizzata con la tecnica descritta. E così Sergio, opera realizzata dallo stesso Giovannini, chiude il capitolo dedicato alla xilografia, Oltranza II, di Marina Bindella, quello sull’incisione xilografica su legno, mentre Secluded, di Ingrid Ledent, è un perfetto esempio di litografia contemporanea.
Le pagine finali del libro, invece, sono dedicate alle tecniche miste e comprendono sette opere di Paul Dewis, tra cui una “stampa digitale con xilografia a quattro colori” e altri lavori ibridi di particolare complessità — un finale moderno a conclusione di una poetica rassegna dedicata all’arte dell’incisione.