“Nju è un’azienda giovane: sei anni esatti di vita nell’aprile 2015. E io, a 39 anni, sono il più vecchio qui.” Esordisce così Mario Cavallaro, fondatore e direttore creativo di Nju, un diploma di laurea presso l’Istituto Superiore di Design a Napoli, e grande appassionato di enogastronomia. Nju ha sede a Eboli (un’ora d’auto da Napoli), centro abitato noto soprattutto per il romanzo di Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli. I suoi clienti provengono perlopiù dall’ambito locale e operano nell’agroalimentare: “Il rapporto con loro è diretto,” dice Cavallaro. “Si tratta di aziende familiari, perciò i nostri interlocutori spesso non hanno esperienza in tema di comunicazione.”
La filosofia di Nju è che ogni progetto deve avere un’impronta riconoscibile, capace di arricchire l’identità dell’azienda e/o del prodotto. “Nel nostro piccolo,” spiega Cavallaro, “cerchiamo di sperimentare. Puntiamo sull’artigianalità e sulla passione, aspetti che sappiamo di poter condividere con la committenza, verso la quale svolgiamo quasi una funzione educativa valorizzando la tradizione, la storia, le bellezze artistiche e naturali che ci circondano. Per questa ragione proponiamo sempre di produrre materiali originali senza ricorrere a soluzioni standard.”
“Recentemente abbiamo cominciato a ricevere richieste di collaborazione da fuori regione,” prosegue Mario Cavallaro. “Merito del web e del passaparola scaturito dai nostri clienti e dalla loro partecipazione a fiere, dove alcune nostre soluzioni grafiche hanno fatto colpo.”
Se si guarda alla nuova serie di etichette per Maida, non si fatica a credere a Mario. Maida è una marca di alta gamma dell’industria conserviera campana i cui prodotti, ben noti a molti ristoratori, compaiono sugli scaffali di Peck a Milano o di Harrods a Londra.
Nel 2009 il primo progetto per Maida è stato premiato da Fedrigoni Top Award. Quest’anno Nju ci riprova con un nuovo packaging: un’etichetta minimalista, che lascia in bella vista il prodotto sotto vetro (cuori di carciofo, pomodorini, ecc.) rivestendo il coperchio con la riproduzione in bianco e nero di formelle in pietra che appaiono sugli antichi palazzi signorili di Capaccio Paestum, dove ha sede l’azienda. Per aprire il barattolo si rimuove la formella, che è fustellata e che, come l’etichetta, è stampata su carta Chromocard, distribuita in Italia da Fedrigoni.