Juan Mantilla, Head of Creative di Kiko Milano, parla della gamma di prodotti Green Me.
“Guendalina Sganzerla di Pusterla [azienda di packaging secondario] è stata davvero un punto di riferimento per noi nel gestire la complessità della linea di prodotti Green Me. L’azienda ha dedicato più ore a questo progetto rispetto a qualsiasi altro che ha realizzato per noi. È stata quasi una missione personale per loro. Pusterla sta facendo così tanto per il P2P.
“La cosa più frustrante è che se si producono imballaggi cosmetici in carta anziché in plastica, ogni fornitore deve certificare che i componenti siano asettici, non contaminati e riciclabili con la carta o l’organico. Se si opta per la plastica, queste certificazioni non sono richieste.
“È assurdo! È un incubo. Ci sono voluti undici mesi e una negoziazione interminabile. Probabilmente è il progetto più complesso a cui abbiamo lavorato.
“Riciclare dovrebbe essere un obbligo di legge. La sfida più grande è convincere le persone di quanto sia importante riciclare e fare tutto il possibile per consentire loro di smaltire in maniera corretta i rifiuti e pianificare il fine vita dei prodotti che progettiamo e produciamo.
“Credo che tra cinque anni ci sarà una maggiore consapevolezza riguardo al ciclo di vita dei prodotti. Dobbiamo coinvolgere e motivare i giovani designer a essere parte di questo cambiamento. Altrimenti ci ritroveremo solo con pochi “dinosauri” che cercano di evitare il disastro.
“La leadership aziendale deve lavorare con determinazione agli obiettivi di sostenibilità. Nella pratica quotidiana, che è il terreno di lavoro di un designer, questo può risultare difficile e complesso.
“Se si opta per l’utilizzo della carta al posto della plastica in un oggetto ad alta sollecitazione e destinato a un uso multiplo, come è il caso dei contenitori compatti che vengono aperti e chiusi ripetutamente durante il giorno, più si utilizza, più il cartoncino tende a raggrinzirsi nelle aree di piegatura e a rompersi. Inoltre, senza alcun tipo di rivestimento protettivo o laminazione, la carta potrebbe assorbire sporco e polvere durante la conservazione o l’uso quotidiano.
“Per un packaging di questo tipo, quindi, è di fondamentale importanza scegliere il cartoncino corretto (Old Mill ECO40) che offra il giusto grado di elasticità e, al tempo stesso, la resistenza e la resilienza all’abrasione necessarie per resistere nel tempo. Ora, grazie alla cellulosa termoformata (come quella utilizzata per la linea di prodotti éclose®) esistono nuove possibilità che prima non erano disponibili su scala industriale.
“Quindi, al momento, è un po’ come se stessimo inseguendo un miraggio poiché i diversi attori della catena di approvvigionamento non stanno ancora collaborando tutti in modo sinergico. Questa è la parte difficile. Bisogna fare molti prototipi e molti test … e ripetere tutto da capo. Ma è un percorso che va seguito. Si apprende attraverso le sfide più difficili come sviluppare un prodotto migliore per l’ambiente, altrimenti si rischia di fare la fine di Don Chisciotte e combattere le battaglie sbagliate!”
Correzione: Le scatole esterne della gamma Green Me, presentate nelle pagine 28-29 di Pulp 26, sono state stampate da Grafiche Bramucci a Sesto San Giovanni.
Materiale: Old Mill
Fotografie: Lee Funnell