L’evento “Plastic to Paper” organizzato da Fedrigoni UK e tenutosi la sera del 22 giugno scorso davanti ad una sala gremita di designer ed esperti del settore, ha visto la partecipazione di cinque importanti esponenti dell’industria della carta, del packaging e del design: Ian Bates di Two Sides, organizzazione che rappresenta e promuove gli interessi del settore cartario, Katie Kubrack dell’agenzia creativa Nirvana, il designer Vincent Villéger, lo stampatore Richard Owers di Pureprint e Annette Clayton, account manager e P2P ambassador di Fedrigoni. Il panel, presieduto da Simon Esterson, direttore artistico di Pulp, ha affrontato un’ampia varietà di tematiche legate alla sostenibilità e, in particolare, alla riduzione dell’uso della plastica lungo tutta la catena di approvvigionamento.
L’evento si è tenuto presso lo studio Fedrigoni di Clerkenwell, dove i partecipanti hanno, tra le altre cose, avuto modo di esplorare la vasta gamma di prodotti Fedrigoni, tra cui i termoformati in cellulosa éclose® che stanno progressivamente sostituendo le componenti plastiche dei packaging destinati al settore del lusso. Oltre a ciò, Kubrack ha presentato una selezione di campioni realizzati da Nirvana per aziende operanti in diversi settori del segmento luxury come la cosmetica, la gioielleria e la moda, in cui la plastica degli imballaggi è stata sostituita con successo con tecniche e materiali alternativi.
Ian Bates ha enfatizzato la necessità di comunicare in maniera più efficace, poiché i consumatori hanno una scarsa consapevolezza riguardo allo stato attuale delle risorse boschive. “In Europa, la superficie boschiva sta registrando una crescita molto positiva: l’equivalente di 1.500 campi da calcio ogni giorno!” Ha inoltre posto al pubblico la seguente domanda: “Le persone pensano che la fibra riciclata sia migliore della fibra vergine?” La sua risposta al riguardo: “In realtà, abbiamo bisogno di entrambe. Se non avessimo più la fibra vergine, esauriremmo la fibra riciclata all’incirca in sei settimane”.
Two Sides ha svolto un sondaggio per capire la percezione dei consumatori nei confronti della carta riciclata: “Meno del 20% dei consumatori pensa che il 60% della fibra sia riciclata, il che è sorprendente se ci si pensa. La realtà è che il 74% della carta viene riciclata, mentre nel caso degli imballaggi in carta questa percentuale sale all’82%. Ciò significa che esiste una discrepanza enorme”.
Durante il suo intervento, Clayton ha parlato delle ricerche in corso per trovare soluzioni sostenibili “che funzionino su scala industriale”. Kubrack, invece, ha illustrato esempi di collaborazione con importanti clienti che hanno chiesto a Nirvana di ridurre l’utilizzo di plastica e di raggiungere obiettivi di sostenibilità. “Se riesci a ridurre la quantità di plastica utilizzata, stai già facendo un ottimo lavoro. Il passo successivo dovrebbe essere trovare delle alternative”.
Villéger ha presentato alcuni straordinari progetti realizzati per brand del mondo del lusso e ha condiviso con passione le sfide e i problemi che comporta l’eliminazione della plastica “subdola” all’interno degli imballaggi. Secondo Villéger, ciò potrebbe richiedere una ridefinizione di ciò che i consumatori considerano come lusso: “Se un brand offre un’esperienza di lusso che non è sostenibile, non sarà più percepito come lusso”.
Owers ha raccontato il lungo percorso svolto da Pureprint, sin dal 1980, per diventare uno degli stampatori su larga scala più sostenibili d’Europa. Già vent’anni fa, infatti, l’azienda è stata pioniera nel diventare uno dei primi stampatori al mondo a emissioni zero. Durante la sua presentazione, Owers ha affrontato diversi argomenti, inclusa la gestione di grandi clienti. “Homebase voleva provare a produrre tutto il materiale di marketing, in particolare il materiale destinato ai punti vendita, senza generare rifiuti destinati alla discarica”. Partendo da questa premessa, Pureprint ha svolto un audit di tutti gli articoli utilizzati presso i punti vendita e ne ha eliminati ben 385.000 non riciclabili, sostituendoli con alternative completamente riciclabili. “In Pureprint uno dei nostri obiettivi”, ha sottolineato Owers, “è stato rendere la sostenibilità una scelta di tendenza per le aziende”.
Le discussioni successive, che hanno coinvolto una serie di incisive domande da parte del pubblico, hanno messo in luce le molteplici complessità e sfide associate alla transizione verso un’economia più circolare, che vanno da temi come l’utilizzo di involucri termoretraibili per i libri fino ad arrivare all’estrazione del cobalto. Come sottolineato da Clayton alla fine di questa serata così informativa e stimolante: “È un tema che ci riguarda tutti, dato che utilizziamo imballaggi costantemente!”