La carta è un materiale delicato: bianca e pronta a sporcarsi; liscia e facile a strapparsi; e sottile, da maneggiare con cura. Eppure è prodotta in un ambiente rumoroso, caldo, imponente e abbastanza macho: una cartiera è un posto un po’ ostico, ma affascinante da visitare. È comunque un luogo chiuso al pubblico: istruire i visitatori sulla sicurezza in uno stabilimento va oltre la nostra mission di produttori di carta.
La cartiera di Fabriano, sulle rive del fiume Giano, nelle Marche, è un centro di produzione della carta dal 1264. Annoverata dall’UNESCO fra le “città creative”, la cittadina ne ospita l’incontro mondiale nel giugno 2019. L’azienda Fabriano – che è parte del Gruppo Fedrigoni dal 2002 – partecipa all’evento con un padiglione speciale.
Allora come si fa a mostrare quel che accade nel retroscena agli amanti della carta? Le fotografie possono essere meravigliose, eppure non riescono a raccontare tutto. Ma come scrisse l’artista Pierre Bonnard: “Il riflesso convenzionale del mondo esterno che il disegno ci regala è incomparabilmente più veritiero dell’asciutto processo fotografico […] L’occhio del pittore attribuisce un valore umano agli oggetti e riproduce le cose proprio come le vede l’occhio umano.”
Mio nonno Gianfranco Fedrigoni lo aveva capito bene. Nel 1953 invitò Ettore Fagiuoli, celebre artista veronese, a ritrarre e poi incidere scene della sua amata cartiera con i suoi dipendenti nell’impianto di Verona. Fabriano ha fatto lo stesso molti decenni fa con Petrus (Pietrino Vincenzi). E le incisioni sulla fabbricazione della carta dell’Encyclopédie di Diderot del 1775 sono dei classici.
Quindi ho avuto un tuffo al cuore quando Simon Esterson, art director di Pulp, mi ha detto che David Gentleman adora la carta Esportazione di Fabriano. Esportazione, la Rolls-Royce della carta di cotone fatta a mano, è in produzione dal 1972 ed è un sogno per qualsiasi artista. Così anche noi abbiamo sognato che un giorno Gentleman sarebbe venuto a disegnare la cartiera di Fabriano.