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Isabella Bussi, responsabile sostenibilità di Fedrigoni, nella cartiera Fedrigoni di Verona. Fotografie di Francesco Brembati.

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Pulp 22Storie

Persone e carta: Isabella Bussi

Isabella Bussi è Head of Sustainability del Gruppo Fedrigoni e come tale contribuisce a guidare e condurre le politiche e le strategie ESG dell’azienda in un momento critico. Intervista di John L. Walters
IntervistaPrintingSostenibilità

Isabella Bussi, responsabile sostenibilità di Fedrigoni, nella cartiera Fedrigoni di Verona. Fotografie di Francesco Brembati.

“Tutti capiscono che qualcosa è cambiato, che la sostenibilità è parte del nostro business”

Isabella Bussi è Head of Sustainability del Gruppo Fedrigoni e come tale contribuisce a guidare e condurre le politiche e le strategie ESG dell’azienda in un momento critico. È entrata in Fedrigoni nel 2021, dopo 16 anni nel settore del cemento. Il suo compito è sempre stato quello di assistere le grandi aziende nel passaggio dal “business come al solito” al “business sostenibile”. Dopo le lauree in Scienze Ambientali e Tecnologie presso l’Università degli Studi di Milano, alla Bocconi ha completato un Master in Economia e Management Ambientale, il primo corso di questo tipo disponibile in Italia.

Dopo gli studi post-laurea, ha lavorato per il produttore di cemento Italcementi (Bergamo), prima come specialista ambientale, poi come sustainability manager con responsabilità per la pianificazione del miglioramento in 23 paesi. In seguito ha ricoperto ruoli analoghi presso HeidelbergCement in Germania e Buzzi Unicem, per poi entrare in Fedrigoni nell’aprile 2021. Il suo ruolo abbraccia la sostenibilità sotto ogni aspetto, dalla produzione alla strategia, dal reporting alla gestione della catena di approvigionamento, e allo stesso tempo “crea valore” in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’azienda. Come spiega in questa intervista, il suo lavoro riguarda fatti, cifre, obiettivi, responsabilità, comunicazione e leadership.

Bussi (munita di guanti di sicurezza) ispeziona i residui della produzione.
Verona Mill; Arena è oggi arricchita da una versione con il 50% di contenuto di riciclo: Arena Eco 50 Extra White Smooth.
Materia Viva

John L. Walters: Aveva mai pensato di fare questo lavoro?

Isabella Bussi: Sì, e anche prima che creassero questo tipo di posizione. Forse è qualcosa nel mio DNA.

In precedenza lavorava nel settore del cemento…

Sì, è un’industria a lungo termine, con tempi più lunghi per il rientro dagli investimenti, con un grande impatto ambientale e forti legami con la comunità locale, come la carta. Il settore del cemento, come il petrolio e il gas, negli ultimi decenni è stato sotto pressione, quindi hanno dovuto adottare un approccio più sostenibile.

Il suo ruolo non si limita alla sostenibilità. Come si fa a migliorare e cambiare la “cultura della sicurezza” delle cartiere e degli stabilimenti?

Abbiamo iniziato a lavorare a un approccio condiviso per creare una cultura della sicurezza all’interno del Gruppo: semplici regole quotidiane per evitare rischi… e orgoglio per la nostra produzione.

Negli ultimi vent’anni le istanze ambientali hanno mostrato la tendenza a crescere e diminuire in visibilità. Ad esempio, sono diminuite quando c’è stata la crisi finanziaria del 2008.

Ha ragione, ma oggi il mondo sta cambiando: ogni settore ha capito e sperimentato a livello globale quanto possono costare cari i danni ambientali. I settori automobilistico, petrolifero, del gas, dei trasporti e siderurgico hanno attraversato situazioni ambientali negative che hanno avuto un impatto sui loro profitti creando perdite agli azionisti.

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