Sarebbe ingiusto giudicare le ragioni dell’impegno comunista di Hlavsa a posteriori. Difficile dire se le sue erano scelte convinte o una tattica riservata ai comitati di approvazione. I dilemmi che deve affrontare chi vive in un regime oppressivo pesano sulla sua opera. Che succede se rifiuti di progettare un volume di scritti di Lenin o di impaginare la copertina di Typografia, un giornale di categoria, con lo slogan “a Stalin e Gottwald*, combattenti per la Pace e il Socialismo”? I tuoi bambini potranno finire la scuola?
L’uscita dal Partito Comunista nel 1972 (quattro anni dopo l’invasione della Cecoslovacchia da parte del Patto di Varsavia) non ebbe grandi ripercussioni sulla quantità di commissioni che ricevette Hlavsa. La sua reputazione rimase intatta. Il suo esempio non fu mai messo in dubbio. La generazione di giovani designer attiva negli anni Ottanta non prese le distanze dal suo lavoro, ne sviluppò l’eredità mentre era ancora in vita.
Nel corso della sua lunga carriera, Hlavsa progettò circa 2000 libri, realizzando lavori commerciali e logotipi e creando layout per autorevoli riviste. I libri da lui disegnati ebbero tirature per decine di migliaia di copie, enormi per gli standard attuali cechi, e cionostante non riuscì a far fronte all’insaziabile richiesta intellettuale del mercato del libro cecoslovacco. Seppe dare continuità alla meravigliosa tradizione della tipografia ceca e plasmò il gusto della maggior parte delle persone istruite del periodo, diventando un simbolo dell’estetica degli anni Sessanta e Ottanta per diverse generazioni di cecoslovacchi imprigionati dietro il muro di un’Europa divisa.
*Klement Gottwald, politico comunista, presidente della Cecoslovacchia dal 1948 al 1953