Con circa mille immagini e più di 370 pagine, Autobiografia grafica è una fitta raccolta dei lavori di Italo Lupi designer e art director. Fedele al titolo, esso comprende anche quelli di altri designer e illustratori che hanno lavorato con lui o l’hanno influenzato, oltre a vari commenti e articoli (in lingua originale e relativa traduzione) firmati da Lupi e altri autori che l’hanno incrociato nel corso della sua insigne carriera ultraquarantennale.
Lupi, classe 1934, offre un piccolo spaccato della sua giovinezza, trascorsa da sfollato in un paesino piemontese dove la sua famiglia non esitò a dare rifugio a ebrei vittime della persecuzione nazifascista.
La sua vita professionale si è dispiegata a Milano, una città molto presente nel libro. In ogni caso il profilo di Lupi è decisamente cosmopolita, come mostrano i disegni di Heath Robinson, i frammenti di Rip Kirby, Ben Shahn, Saul Steinberg, Mickey Mouse, Playboy, Paul Rand e un ritratto del suo amico Alan Fletcher accompagnato dalla recensione del suo The art of looking sideways. Pur non nascondendo la sua anglofilia (ha una casa a Kew, vicino Londra), Lupi rende omaggio anche all’opera di illustratori italiani come Guido Crepax, Paolo Guidotti e Giovanni Mulazzani.
Lupi è stato art director di Domus (fondata nel 1928 da Giò Ponti) e più tardi direttore ed editore di Abitare, due riviste dedicate all’architettura e al design nel più ampio senso del termine. Per questi periodici sfodera delle soluzioni progettuali fresche e sorprendenti. Il suo lavoro grafico per il logotipo e l’immagine coordinata della Triennale di Milano occupa diverse pagine. In esse Lupi ristampa due articoli: uno favorevole e l’altro fortemente avverso al suo progetto.